Feltrinelli, una storia da riscrivere

Una pagina di storia che sfiora Segrate.

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Sabato scorso al Centro Civico Verdi,  Gianluca Poldi ha presentato il libro di Egidio Ceccato “Giangiacomo Feltrinelli – Un Omicidio politico”, un libro che, in verità, è stato pubblicato per la prima volta nel marzo del 2018, ma il cinquantesimo dalla morte dell’editore riporta in auge, e ne scriviamo non tanto come un tardivo reminder per un appuntamento già andato ma perché la lettura del libro su quella tragica pagina di storia italiana, occorsa a poche centinai di metri dal luogo della presentazione del libro – quale posto migliore – pone di fronte a tanti quesiti e 50 anni dopo la storia sembra voler essere riscritta.

Ceccato nel suo libro fa un lungo lavoro di raccolta di indizi, prove, documenti e pezzi di storia tralasciate nei cassetti di polverosi archivi. Pian piano, come da un fiume carsico, elementi importanti riaffiorano per poi sparire nuovamente e Ceccato, con la pazienza e l’abilità dello storico, riannoda tesi e trame, prove e indizi. Il caso Feltrinelli sembra dunque aggiungersi alle tante storie irrisolte di quegli anni che lo stesso battezzò gli anni della “strategia della tensione”. La morte dell’editore, in quell’angolo sperduto della campagna segratese, destò subito dubbi e incredulità tra i tanti militanti dell’area politica che il ricco editore aveva fondato, i GAP Gruppi d’Azione Partigiana. Per Ceccato le prove che la morte del Giangi, come l’editore veniva chiamato dagli amici, sono più di una prova ma una firma di quei mandanti che vedevano l’editore come avversario politico in un’Italia al centro dello scontro est ovest, Patto Atlantico e Unione Sovietica.

Cinquant’anni dopo letture come queste non hanno la pretesa di risolvere casi che comunque continueranno ad avere lati in ombra, non svelati o sconosciuti ma hanno il pregio di fornire altri elementi per la comprensione anche del presente, oltre che della storia recente. Solo una rammarico, vedere come Segrate ha trattato questo importante anniversario, in silenzio, eccetto per la presentazione del libro, come a voler dimenticare di essere stata il palcoscenico dell’atto finale di uno dei più importanti editori italiani ed europei.

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